Rosa Lucia Motta, un’artista autodidatta originaria di Catania, ha portato la sua passione per l’arte a un livello superiore, trasformandola in una carriera brillante. Laureatasi in Scienze Politiche presso l’Università di Firenze Cesare Alfieri, Motta ha scelto di dedicarsi completamente alla sua arte, che si ispira ai suggestivi paesaggi dell’Etna in Sicilia. La sua tecnica artistica è un vero e proprio tributo alla bellezza dell’isola. Attraverso la destrutturazione delle immagini, Motta riesce a creare opere che si sviluppano su più livelli dimensionali, donando loro un segno caratteristico unico. Partendo dalla fotografia, l’artista cattura emozioni e le traduce in forme pittoriche suggestive. I dipinti di Motta richiamano alle tecniche dei neoimpressionisti ma con una raffinata reinterpretazione soggettivista. Le dimensioni variegate dei suoi dipinti sono in grado di rappresentare i colori mutevoli delle stagioni e la vitalità intrinseca del paesaggio siciliano. Rosa Lucia Motta non si trova sola nel suo percorso artistico, ma si nutre del confronto e dell’amicizia con altri artisti di Catania. Ha avuto l’opportunità di partecipare a numerose mostre collettive in Sicilia, Roma e Firenze, ottenendo grande riconoscimento per la sua opera. Nel 2018, Motta è stata selezionata per l’esposizione “Heart” presso il Reparto di Cardiologia del Policlinico di Catania, un evento che ha sottolineato l’eccezionale qualità del suo lavoro. Nel libro “L’isola fra mito e realtà”, presentato al Palazzo delle Arti di Paternò, il Prof. Rocco Giudice ha descritto le sue opere come “un tessuto luminoso insuperabile”, evidenziando l’impatto emozionale e visivo che le opere di Motta riescono a trasmettere. Rosa Lucia Motta è una talentuosa artista che, attraverso la sua arte e il suo straordinario talento, è riuscita a catturare l’essenza stessa dei suggestivi paesaggi siciliani. Con la sua maestria pittorica, riesce a trasportare lo spettatore in un viaggio emozionale, facendoci apprezzare la bellezza senza tempo dell’Etna e della Sicilia. La incontriamo per scoprire meglio la sua Arte. Ciao Lucia, il tuo legame con l’Etna e la Sicilia è evidente nelle tue opere d’arte. Vorrei capire quanto è importante per te questa connessione con la tua terra natia e con la tua città. Il legame con la mia città e il territorio etneo è radicato fin dalla mia infanzia, vivendo ai piedi del vulcano e ricevendo l’amore per la montagna e la natura da mio padre. Queste emozioni e ricordi si riflettono nelle mie opere d’arte, in cui cerco di trasmettere la bellezza e l’energia del paesaggio etneo in forma pittorica, contemporanea e astratta. La pratica quotidiana di meditazione e yoga ha amplificato la mia sensibilità e consapevolezza sulla natura, spingendomi a contemplare e rappresentare questi luoghi unici. Ogni oggetto in natura è modellato dagli elementi che lo circondano: fuoco, vento, acqua… essi scolpiscono i sassi e modellano il paesaggio in una continua trasformazione. Gli alberi, segnati dal vento e bruciati dalla lava, diventano sculture animate, simboli di pura energia. La vegetazione vulcanica dell’Etna, unica nel suo genere, cresce spontaneamente dalle rocce vulcaniche in un terreno impervio, testimoniando la forza della natura. La scelta di rappresentare la natura incontaminata dell’Etna va oltre l’estetica, è un modo per attirare l’attenzione sull’importanza dell’ambiente e del cambiamento climatico. La mia arte cerca di sensibilizzare lo spettatore, poiché l’uomo sta danneggiando l’ecosistema con inquinamento e degrado ambientale. Per questo, ritengo fondamentale focalizzarmi e dipingere la bellezza e la fragilità del territorio etneo. Nonostante tu abbia seguito altri percorsi di studio, hai scelto di dedicarti all’arte in modo autodidatta. Ti chiedo come è nata questa passione e quali influenze hanno contribuito a formare il tuo stile artistico. La pittura è la mia passione innata. Per me, è il linguaggio dei segni, un modo per comunicare e vivere le mie emozioni. Nel corso del tempo, la mia arte è diventata più concettuale, con un alfabeto segnico ispirato alla vegetazione etnea. Nonostante non abbia studi artistici formali, ho sempre dipinto sin da piccola, ispirandomi ai grandi maestri come Michelangelo e Raffaello, e successivamente avvicinandomi al Divisionismo italiano e all’Impressionismo francese. Le influenze di pittori contemporanei, come Carla Accardi, Maurizio Savini e Cristiano Pintaldi, hanno guidato la mia ricerca sulla frammentazione del segno e l’evoluzione verso l’astratto, riflettendo la poetica del trascorrere del tempo nelle mie opere. Un costante processo di trasformazione e contaminazione che mi spinge sempre oltre. Fino ad oggi, qual è stato il momento più significativo della tua carriera artistica e perché lo consideri così importante? Durante la mia carriera artistica, ho avuto momenti significativi, come la partecipazione a mostre collettive sin dal 2017. Nel 2018, sono stata selezionata per la collettiva “Heart” al Policlinico di Catania, curata da Filippo Pappalardo. L’arte come terapia è un progetto che mi appassiona, portando l’arte in corsia e interagendo con i malati come cura e forma di resilienza. Un punto importante è stata l’esposizione della mia opera “Abstract” del 2020 a Roma, curata dal gruppo imprenditoriale Ex-tra di Pouchain, in diverse location, coinvolgendo artisti e architetti internazionali di prestigio. Questa iniziativa ha reso Roma un museo a cielo aperto e avvicinando l’arte alle persone, anche quelle che non frequentano musei e gallerie. Un momento emozionante è stata la selezione di un’opera su carta chiamata “Mirror” nel 2022, da una galleria inglese di Londra, destinata a una raccolta fondi per sostenere le donne artiste dell’Ucraina, colpite dalla violenza e povertà durante il conflitto tra Russia e Ucraina. Infine, la mia bi-personale con l’artista Francesco Pietrella a Noto nel 2022 è stata un’esperienza artistica eccezionale; in quell’occasione ho presentato l’opera “Frammenti di Noto”, un polittico che rappresenta la città con la mia tecnica pittorica. La cornice unica di Palazzo Nicolaci di Noto ha permesso di ricevere riscontri positivi da visitatori provenienti da tutto il mondo. Come pensi che la tua arte abbia influenzato e interagito con la comunità catanese? Potresti condividere le tue esperienze di collaborazione con altri artisti nella tua città natale? La mia esperienza artistica è iniziata a Catania nel 2017 e fin da subito ho ricevuto un’accoglienza positiva dai galleristi e artisti locali. Ho partecipato a numerose mostre collettive in diversi luoghi, tra cui il Museo Emilio Greco, il Palazzo Municipale di Scordia, il Comune di Randazzo, la Filanda di Roccalumera con il Maestro Sergio Camelia di Reverie Guitar Accademy e il Chiostro dei Minoriti in via Etnea. Ho avuto modo di incontrare molti artisti noti nel panorama culturale siciliano e catanese, con cui ho condiviso emozioni, idee e collaborazioni artistiche. Tra di loro, cito Poma, Lanzafame, Triolo, Alice Valenti, Demetrio Di Grado, Massimiliano Frumenti, Alessandro Famà, Davide Gianmaria Aricò, Salvo Trombetta, Marisa Sapienza, Kiki Clienti e il Maestro Navarra presso le Gallerie d’Arte Calcagno. A Messina, ho esposto il segnalibro d’artista presso Mondadori Book Store a cura di Maria Teresa Zagone. Con alcuni di questi artisti ho condiviso mostre e percorsi, mentre con altri ho sviluppato amicizie e simpatia che perdurano ancora oggi. Essere nati in Sicilia rappresenta un limite o un vantaggio per un artista che aspira ad emergere? Vorrei conoscere la tua opinione su questa questione. Essere nata in Sicilia sicuramente non è stato facile per me come artista emergente che aspira affermarsi sia a livello nazionale che internazionale. Molti artisti siciliani, nel corso degli anni, hanno dovuto emigrare altrove per trovare mercato e ottenere riconoscimenti professionali. Non posso dire esattamente il motivo di queste difficoltà, ma esistono ancora luoghi comuni e pregiudizi sull’arte e sull’artista nella regione, come il non considerare l’arte un vero e proprio lavoro. Tuttavia, devo ammettere che la Sicilia ha una forza vitale e creativa straordinaria, e può diventare una piattaforma di lancio verso territori in cui l’Arte Contemporanea trova un mercato più attivo. Nel mio caso, l’Etna ha avuto un ruolo fondamentale nella mia ricerca artistica, essendo una fonte inesauribile di ispirazione. Il territorio Etneo ha attirato anche artisti di fama internazionale, dimostrando che la Sicilia può essere un luogo di grande stimolo e crescita per gli artisti. Hai qualche visione su come la tua arte potrebbe evolversi in futuro? Ci sono nuovi stili, temi o tecniche che stai esplorando o che vorresti esplorare? Nell’arte ho intrapreso un viaggio emozionante, concentrandomi sulla natura spontanea dell’Etna. Inizialmente, ho esplorato la frammentazione delle immagini attraverso una tecnica puntinista scivolata e contemporanea. Successivamente, il mio studio mi ha portato a cercare una sintesi grafico-pittorica delle forme, culminando nell’espressione di forme astratte in una dimensione più concettuale. Questo percorso mi ha poi condotto alla creazione di un alfabeto di codici e simboli unici, riconducibili al territorio etneo, al fine di dare un’identità distintiva alle mie opere. Questi codici, forme e colori unici rendono ogni mia opera unica nel suo genere, poiché cattura l’essenza e l’appartenenza al territorio. Recentemente, ho iniziato a esplorare nuove forme artistiche e comunicative, tra cui la fotografia e il video making. Al momento, partecipo alla selezione del concorso ZEUGMA Landscape 2023, che dovrebbe essere associato al Rome Independent Film Festival. Sono entusiasta di continuare a sviluppare la mia arte e di esplorare ulteriori opportunità creative in futuro. Grazie Lucia, ad maiora semper! 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